terapia ormonale sostitutiva

Terapia ormonale sostitutiva: può proteggere dall’Alzheimer.

Terapia ormonale sostitutiva.

Quando la terapia ormonale sostitutiva a base di estrogeni dura più di dieci anni,  può ridurre il rischio della malattia di Alzheimer. Questa la conclusione di un ampio studio effettuato presso l’Università di Eastern Finland.
L’effetto protettivo della terapia ormonale sostitutiva può dipendere dalla sua tempistica: può avere effetti benefici cognitivi se avviata al momento della menopausa, quando i neuroni sono ancora sani e reattivi.

La menopausa potrebbe spiegare perché il rischio di demenza sia più elevato nelle donne.

La malattia di Alzheimer è la causa più comune di demenza, e due su tre casi di Alzheimer sono donne. Una possibile spiegazione è l’esaurimento post-menopausale degli ormoni steroidi sessuali estrogeno e progesterone. I recettori per gli estrogeni sono presenti in tutto il corpo, comprese le aree cerebrali maggiormente colpite dalla malattia di Alzheimer. Studi in vitro e studi su animali, hanno mostrato gli effetti neuroprotettivi degli estrogeni. Tuttavia, gli studi sugli esseri umani hanno prodotto risultati inconsistenti sull’associazione tra terapia ormonale sostitutiva a base di estrogeni dopo la menopausa e rischio di demenza.

La terapia ormonale sostitutiva può proteggere le capacità cognitive se iniziata all’esordio della menopausa.

Nel presente studio, l’uso a lungo termine della terapia ormonale sostitutiva è stato associato con una migliore performance in alcuni domini cognitivi – cognizione globale e memoria episodica – e un minor rischio di malattia di Alzheimer. L’uso a breve termine della terapia non è risultato significativamente legato al rischio di demenza. Dallo studio è emerso che il rischio di demenza era più alto tra le pazienti che avevano iniziato la terapia ormonale tardivamente e per un breve periodo.

Alla luce di questi risultati, la terapia ormonale sostitutiva può avere un effetto benefico sulle facoltà cognitive se iniziata nel momento giusto, ovvero all’esordio della menopausa. L’effetto protettivo della terapia ormonale sostitutiva può dipendere dallo stato di salute dei neuroni all’inizio della terapia; questo effetto svanisce nel caso di un inizio tardivo.

Lo studio ha mostrato che la rimozione postmenopausale delle ovaie, dell’utero o entrambi, non era significativamente legata al rischio di malattia di Alzheimer, indipendentemente dall’indicazione all’ intervento chirurgico.

Riferimenti: Bushra Imtiaz, MD, MPH, Marjo Tuppurainen, MD, PhD, Toni Rikkonen, PhD, Miia Kivipelto, MD, PhD, Hilkka Soininen, MD, PhD, Heikki Kröger, MD, PhD and Anna-Maija Tolppanen, PhD

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *