taglio cesareo Dr. Vanni Venturoli ginecologo

Taglio Cesareo

Taglio Cesareo: la sua storia si perde nella leggenda o nel mito, il nome stesso si è prestato a questo. L’ ultima evoluzione della tecnica operatoria è avvenuta fine anni ’80 ad opera del Dr. Stark , Direttore dell’ Ospedale Misgav Ladach di Gerusalemme, che, a tal fine, ha messo a punto una procedura con l’aiuto di pratiche e concetti appresi dal suo Maestro Prof Johel Cohen di New York. La tecnica ha avuto anche una eco popolare assai diffusa e, talora, distorta. Ugualmente la hanno deliberatamente oltraggiata quanti, medici e professori di fama, “non la avevano inventata prima”…
Non mi addentrerò nei dettagli tecnici, mi limito ad affermare che oggi in mani esperte il taglio cesareo, checché se ne dica, non presenta incognite o rischi superiori a quelli che si incontrerebbero a non eseguirlo! Dite poco?
Ma si sa che la natura umana è egoista e allora, visto che era tanto “facile” ottenere una nascita con il T.C. , se ne è abusato davvero spesso. E questo è davvero la principale origine della discussione. Una componente non trascurabile è data anche dal terrorismo sul parto esercitato dalle donne stesse tra di loro, così come ora, di rimando, tante difendono ad oltranza il parto naturale ignorando che la patologia è sempre in agguato.
Bisognerebbe fare molte premesse e molti distinguo. Prendiamo ad esempio il fattore medico. Si può pretendere che sia possibile arrivare ad una conoscenza tecnica e ad una esperienza tale da possedere la totale certezza dell’ evoluzione del travaglio e dell’ esito di un parto in ogni occasione? In tutte le nascite?
Certamente questa capacità è proporzionale all’ impegno ed alla “anzianità di servizio” , ma non potrà mai essere assoluta. Non siamo di fronte a fenomeni matematici, le varianti sono infinite. Dunque, molto frequentemente, in chi assiste, può insorgere il pensiero che la nascita presenti delle incognite di rilievo. Quanto grandi? Quanto probabili? Quanto pericolose?
Ci sono le statistiche è vero, ma saremo sereni anche se incappassimo nella percentuale, magari minima, ad esito sfavorevole? Quanto accetteremmo, medici e partorienti, di essere caduti nel gruppo statisticamente “sfortunato”? Si sa che dopo, proprio tutti si esibiranno almeno nel dubbio… mah! se si fosse fatto un taglio cesareo… forse (e non sempre c’è un “forse”…) sarebbe stato ben più opportuno. Oppure se si fosse evitato di farlo…forse (…) sarebbe nato bene lo stesso…, dunque intervento inutile ! E ancora più incredibilmente siamo tutti in attesa di un “pronunciamento parlamentare” sull’argomento!
Ma chi vorrebbe legiferare è lontano dalla sala parto, fisicamente e mentalmente, o, conoscendola, cerca di evitarla sempre più perché sa che il luogo della gioia in un lampo, al di là di ogni ragionevole previsione, si trasforma nel tormento di tante vite. Ovvio che il taglio cesareo non risolve tutti i problemi, ma guai se non ci fosse ! Ancora va accennato il fatto che c’è l’erronea convinzione che tutti i feti siano sempre, per dote naturale e generalizzata, in perfetta forma, ovvero che se il battito e qualche altro parametro si presentano regolari, , siano in totale salute. Purtroppo non è così, ci sono non pochi feti che risultano meno idonei di altri alle fatiche del travaglio e del parto, nonché alla vita autonoma e non per colpa del travaglio stesso. Dunque il travaglio stentato o eventuali sequele emergenti dopo il parto, non sono tutte da attribuirsi all’ultimo impegnativo evento della nascita o a chi lo ha assistito, magari avendo diligentemente applicato linee guida e dettami di buona condotta ostetrica. Ed ancora va tenuto presente che non tutti i punti nascita sono ugualmente dotati ed assistiti, ovvero che non si possono dotare tutti i punti nascita di “tutti” i più sofisticati presidi medicali per l’assistenza al parto (tanto che in diverse occasioni è stata riconosciuta una carenza strutturale più che una insufficienza degli operatori; facendo un esempio cito la partoanalgesia peridurale…). In sintesi : non si può pretendere di avere un vero punto nascita in ogni piccolo ospedale di provincia.
Allora cerchiamo di impostare meglio il problema. Evitiamo gli eccessi in tutte le direzioni. Non si tratta di essere favorevoli o contrari a prescindere, bensì di evitare gli abusi , il taglio cesareo per comodo , le indicazioni fasulle , e così pure le paure inconsulte, ecc.. ma vanno anche accettati gli eventi avversi, le incognite della vita che si presentano anche ove regna il massimo impegno.
Ritengo che l’ unico passo avanti su questo problema sia cambiare l’obiettivo. Non è che dobbiamo ridurre a tutti i costi la percentuale dei cesarei, piuttosto dobbiamo mirare ad avere buone nascite, tenere conto delle caratteristiche delle partorienti (l’ età delle partorienti è sempre più elevata e questo comporta sicuramente maggiori problemi ), agire con precisione ed umanità ( se preferite termini più giuridici: scienza e coscienza , che poi sono la stessa cosa). Comprendere che le indicazioni dell’ OMS sulla percentuale dei tagli cesarei ha valenza mondiale, ovvero è dedicata ,in primis, alle nazioni che ancora hanno difficoltà ad allestire un parto cesareo tempestivo e decente con le negative conseguenze sulla morbilità e sulla mortalità neonatale.
Bisogna sapere che ci sono nazioni evolute, con percentuali di cesarei allineate alle indicazioni OMS, ma che hanno complessivamente una percentuale di neonati con esiti patologici superiore alla nostra percentuale italiana.
Dunque, primo recuperare serenità di discussione, secondo riportare la discussione in ambito tecnico e non politico, terzo perseguire gli abusi identificando le vere indicazioni che rappresentano una vera cautela per i neonati, per le partorienti, per gli assistenti e le indicazioni di solo comodo, foriere di sequele negative di ogni tipo.
L’ espressione che “il-parto-naturale-è-una-meraviglia” (ma che la Natura non garantisce, sic et simpliciter, a tutte le donne…) deve essere usata con raziocinio vero , senza preconcetti, senza toni rivendicativi gratuiti da pseudo-femminismo, allora ritorna ad avere una preziosa valenza clinica ed umana per partorienti ed assistenti.
Infine, quando è necessario, il taglio cesareo va fatto bene! Allora si ridurranno anche le conseguenze negative per le donne che lo subiscono, o meglio che “ne godono”, per disinnescare una potenziale immensa disgrazia.

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